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Incontro
in Biblioteca con Silvana Maja autrice del libro Ossidiana
Saluto della
Presidente Lilly Rosso
Un
affettuoso saluto a tutte voi, un caro benvenuto a Silvana Maja.
Eccoci
nella nostra biblioteca dove da più di dieci anni stiamo imparando a
curare la qualità delle relazioni, ad ascoltarci, a interloquire, a
leggere ciò che accade, a cercare parole e mediazioni.
Il
nostro è il luogo del fare dove ognuna porta le sue esperienze di
vita e di lavoro.
Siamo,in
effetti, un pezzo di società.
Non
eravamo uguali, non lo eravamo mai state. Il tempo, i mezzi, il luogo
adeguato ci hanno consentito tuttavia di creare una situazione in cui
noi donne, utilizzando il pensiero e il linguaggio, proviamo a non
chiuderci nel particolare, ad arricchirci nello scambio, ad aprire
una dialettica con la realtà che ci piacerebbe trasformare.
Avere
un luogo come la biblioteca è quindi un momento superiore rispetto
al semplice stare insieme.
In
tal senso, aprire all’interno della società luoghi e momenti
separati di socialità femminile è stata un’invenzione preziosa.
Del
resto, quando abbiamo presentato il “ Progetto Biblioteca”, per
noi non era in gioco tanto la sua realizzazione ma un bisogno e
desiderio di padronanza della parola.
Presto
ci siamo organizzate imparando a conoscerci, mentre discutevamo di
politica delle donne e creavamo all’interno i primi gruppi di
lavoro: lettura, letteratura e cinema.
Abbiamo
trattato i testi come trattavamo le nostre parole, a volte,
come parti di un enigma da indagare: luoghi, fatti e sentimenti.
Con
la stessa passione siamo passate dalla narrativa al cinema, alle
possibili modalità che la scrittura può assumere nel passaggio
dall’inchiostro all’immagine.
Così
abbiamo scoperto che ci sono libri che sono più di una lettura,sono
un’esperienza; che le parole delle donne hanno il potere di rendere
l’indicibile e i loro film hanno un altro modo di guardare e di
vedere.
Diamo
per certo ormai, che l’agire libero e creativo in ogni campo si
afferma a spese della logica del potere che è logica dei rapporti di
forza e conformismo; che spesso ci si trova a partire dal paradosso
di vivere in un mondo che per tanti, troppi aspetti sembra all’oscuro
della libertà dell’altro o dell’altra e che la letteratura e
l’arte più in generale è il solo mezzo per vincere la negazione,
il silenzio, la morte.
In
questo contesto si inserisce l’incontro con Silvana Maja, che come
scrittrice e regista ci porta ad interrogarci sulla maternità
fragile, sulle donne che restano il “luogo”d’esperienza della
realtà concreta ma lasciano in molti casi ad altri la cura di
organizzare la propria vita.
Come
siamo arrivate a lei ce lo racconterà Maria Grazia Riveruzzi,
coordinatrice del gruppo cinema, mentre Rosa Filia che fa parte del
gruppo lettura e letteratura introdurrà il testo.
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